Contro chi giochiamo?

Le emozioni a Miami non finiscono mai, lo stupore è all’ordine del giorno, il divertimento è sempre presente, l’amicizia e il basket sono i fili conduttori di questo camp. Il lavoro in palestra ci ha unito e preparato a questo momento: abbiamo preso parte a un torneo tra otto High School americane. È stato illuminante vedere l’atteggiamento con cui i ragazzi statunitensi affrontavano le sfide che li aspettavano: non si preoccupavano degli avversari, non li riguardava l’orario della partita e non si facevano spaventare da niente e nessuno. I nostri ragazzi invece non facevano altro che studiare con terrore le squadre e di misurarli in altezza, spessore e agilità.

Inoltre, presi dall’ansia, non vedevano l’ora di cominciare. Le due domande tipo erano

«Ma quando giochiamo?» o «Ma contro chi giochiamo?»

Alla fine abbiamo sfidato la School House Prep e la Champagnat Catholic School. Le loro squadre erano varie e mi ha colpito il coraggio con cui alcuni ragazzini, alti un metro e un tappo, erano disposti a entrare in campo per giocare. Questi bambini si trovavano davanti degli armadi e, nonostante questo, si assumevano la responsabilità di prendere la palla e rischiare, spesso umiliando i grandi e grossi che non riuscivano a fermarli prima che arrivassero a canestro. Avevamo anche noi un avversario di questo genere nella Champagnat HS e il suo contributo è servito a stracciarci brutalmente. Li abbiamo presi sotto gamba e abbiamo finito 49-25 per loro. Abbiamo giocato con più onore contro la Schoolhouse prep; eravamo più carichi e ci siamo fatti valere durante il corso della partita, costituita da due tempi di sedici minuti semi-effettivi. A guidarci dalla panchina non c’era Shaky Rodriguez, impegnato con la squadra della Mater Academy, ma coloro che hanno reso possibile la nostra permanenza a Miami: Andrea e Francesco. Ci hanno spronato e consigliato alcune strategie vincenti che hanno aiutato a mettere a segno qualche punto ma che purtroppo non sono state sufficienti a battere i super allenati ragazzi della Prep. Abbiamo perso 34-22. Nonostante le sconfitte, abbiamo assaggiato il clima da campetto americano e siamo rimasti sorpresi anche dall’organizzazione efficiente e veloce del torneo. Sarebbe bello se riuscissimo a portare a casa lo stesso spirito degli yankee e la stessa prontezza quando si tratta di giocare.

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